lunedì 6 luglio 2009

CAPO IV - MISURE PER FAVORIRE LA MOBILITÀ STUDENTESCA, LA COMPETIZIONE TRA ATENEI E L'INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE UNIVERSITÀ

ARTICOLO 8 (MISURE DIRETTE A FAVORIRE LA MOBILITà INTERNA DEGLI STUDENTI ITALIANI E LA CAPACITÀ DI ATTRAZIONE DELLE UNIVERSITÀ)

1. A decorrere dall'anno 2010, al fine di favorire la mobilità interna degli studenti italiani, garantendo il diritto allo studio, in una prospettiva di competitività tra gli Atenei e, comunque, di promozione dell'incremento qualitativo delle attività delle Università, una quota non inferiore al 5 per cento del fondo di finanziamento ordinario di cui all'articolo 5 della legge 24 dicembre 1993, n. 537, e successive modificazioni, e del fondo straordinario di cui all'articolo 2, comma 428, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, con progressivi incrementi negli anni successivi, è ripartita prendendo in considerazione:
a) il numero degli studenti presenti in ogni Università, provenienti da provincia o regione diverse da quelle in cui ha sede l'Università stessa;
b) la tipologia e qualità dei servizi aggiuntivi all'offerta formativa e didattica assicurati dalle singole Università tramite le Carte dei servizi universitari di cui al precedente articolo 4;
c) la capacità delle singole Università di attrarre studenti stranieri.
2. Le modalità di ripartizione delle risorse di cui al comma precedente sono definite con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, avente natura non regolamentare, da adottarsi sentiti il Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca e il Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario.
3. Per le stesse finalità, il fondo per il finanziamento dei progetti volti alla realizzazione degli alloggi e residenze di cui alla legge 14 novembre 2000, n. 338, dovrà essere ripartito tenendo in considerazione anche il numero degli studenti presenti in ogni Università, provenienti da provincia o regione diverse da quelle in cui ha sede l'Università stessa.
4. Le Università sono obbligate a destinare almeno il 65% delle risorse ottenute sulla base di quanto previsto dal presente articolo alla realizzazione di interventi destinati a migliorare le condizioni di vita degli studenti fuori sede.

4 commenti:

  1. Credo che per favorire la mobilità degli studenti italiani occorra creare un'unificazione dei piani di studio. Troppo spesso essi sono frutto di amicizie tra insegnanti e presidenti di corso. La mia realtà è quella dell'uiniversità degli studidi Bari e io sono una laureanda del corso di laurea triennale in Scienze della Comunicazione. Purtroppo siamo soggetti a boicottaggi da parte della stessa università i nostri piani di studio sono obsoleti e spesso ricchi di esami inutili o comunque puramente teorici. Facciamo quasi il doppio degli esami rispetto alle stesse facoltà di altri atenei. Se volessimo spostarci ed accedere a lauree apecialiatiche fuori sede saremmo costretti a recuperare un numero di esami che ci costringerebbe a rallentare di troppo il nostro percorso. E' UNA SITUAZIONE INSOSTENIBILE PER NON PARLARE DELL'ASSURDA ED INTERMINABILE BUROCRAZIA.

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  2. Il tema della adeguatezza dei piani di studio è davvero importante. La nostra idea è, però, che piuttosto di uniformare l'offerta formativa delle Università sia meglio dare agli studenti tutti gli strumenti (informazioni e aiuti materiali) per poter scegliere l'università migliore, anche sotto il profilo dell'offerta formativa, ed anche di cambiare università, se la prima scelta non soddisfa le aspettative. A questo mira la nostra proposta della Carta di servizi universitari, e le norme, come quella di questo articolo, volte a premiare economicamente le università con più studenti fuori sede.

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  3. Concordo con Spisa, ma sempre riguardo i piani di studio non sarebbe possibile consentire maggiore libertà di scelta agli studenti... per esempio ampliando la parte di crediti "a scelta dello studente"?

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  4. la moltiplicazione dei crediti a scelta si scontra con tre grossi limiti:
    1. la disponibilità di risorse, umane e finanziarie, dell'ateneo da investire su nuove iniziative che danno diritto a crediti;
    2. un numero suffciente di studenti che scelgono quelle attività, giustificandone il mantenimento;
    3. la coerenza delle attività con il percorso di istruzione universitaria scelto.
    in ogni caso, già i singoli atenei al riguardo stanno facendo tanto, offrendo agli studenti ampi ventagli di proposte entro le quali scegliere.

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