giovedì 25 giugno 2009

Studentessa e lavoratrice

Sì, vi racconto la mia storia di studentessa lavoratrice; più che una storia , forse, è una follia. Agosto 1997 : parto da Campi Bisenzio con l'autobus, direzione Segreteria degli Studi dell'Università di Firenze, con la mia missione tra le mani: l'iscrizione al primo anno di Filosofia. E' caldo, l'aria afosa e in cielo raggi di luce minacciano tempesta. Ore 5.50. Avevo sentito dire che era opportuno arrivare presto visto le lunghe e interminabili file per l'iscrizione; il mio capo mi aveva accordato un cambio turno ma alle 13.00 sarei dovuta rientrare. Dopo 50 minuti di tragitto scendo in Piazza Santa Maria Novella: non l'avevo mai vista cosi' spoglia, silenziosa, addormentata...Affretto il passo e cammina cammina imbocco Via San Gallo;mi stropiccio gli occhi, un pò per la pioggia , un pò per vederci meglio: decine e decine di ragazzi e ragazze lungo i marciapiedi , in attesa dell'apertura della Segreteria Studenti. Chiedo a qualcuno se sapesse dell'esistenza di una lista di arrivo e accompagnato da un largo sorriso mi fa capire che avrei dovuto frami spazio fra la folla per raggiungere un foglietto appesso al portone. Da brava ragazza, troppo brava, domando permesso a destra e sinistra ma quasi nessuno mi considera se non per chiederemi da accedere; dopo qualche minuto sono quasi al punto di partenza; rinforzo il carisma e tento di avanzare.....arrivo al portone : primo posto libero n.50. La campana inizia suonare....1 rintocco...2......3......4....5....6.....7....8.......'' Mannaggia sono le 8.00....Non ce la farò mai....''.Sento dire che non sempre riescono a far tutti e chi rimane fuori non ha la precedenza sul giorno dopo ma deve riniziare tutto daccapo ...Mi sentivo svenire : come avrei fatto a ricontrattare con il mio capo un nuovo cambio turno? Dentro di me mi ripetevo che sarebbe stata una follia solo provarci a coordinare il lavoro al forno con lo studio e che tutta quella situazione fosse solo un segnale inviatomi dai cieli per farmi capire che non era cosa da farsi..non ero fra gli eletti che hanno la possibilità di poter studiare....Ad un certo punto, ebbi la sensazione che il tempo si fermasse e che tutto fosse in un dimesione altra: si avvicina una ragazza e mi dice : '' Ciao. Ti vedo disperata....Io sono la numero 13; torno domani...Prendi tu il mio posto''. Sparì tra la folla senza che io avessi avuto modo di ringraziarla. Dopo qualche ora, io ,Michela Panerai, ero la matricola 2501189 e nella mia ingenuità pensai che ormai tutto era fatto.
Ho vissuto così per alcuni anni, sostenendo molti esami a cui ho sempre preso 30, molti con la lode alzandomi alle 5.00 la mattina per andare al lavoro e dopo aver spostazto ballini di farnina, impanato, infornto, sfornato , tuffarmi sui libri. Avevo un contratto a termine e il disperato bisogno di lavorare mi impediva di esercitare il diritto che tutti gli studenti lavoratori hanno per le ore di studio... Oggi, più battagliera di quella ragazzetta ingenua, non solo esercito i miei diritti, ma li difendo e ne chiedo di più. Ma il sacrificio più grande non è stato questo, quanto quello di lottare per accedere ad un esame da non frequentante, di dover farmi kilometri e kilometri per dare un esame e scoprire appena arrivata che il docente avevo rinviato ad altra data, di dover passare ore e ore a fotocopiare dispense con macchine fotocopiatrici derelitte.
Alla fine, arrivò un esame che volli dare per forza nonostante quel docente mi avesse detto: '' Non accetto i non frequentanti ma non posso obbligarla a non partecipare...vedremo signorina....vedremo....''. Dopo un'ora e mezza di interrogazione accettai quel 27 solo perchè sapevo che se mi fossi ripresentata niente sarebbe cambiato se non il tempo che m i avrebbe fatto perdere.
Entrai in depressione e smisi di studiare fino al 2006 quando ho deciso di riscrivermi; pensavo che nell'era di internet tutto fosse piu' snello e semplice, ma erravo. Ad oggi molti docenti non pubblicano i testi d'esame su internet e richiedono espressamente un colloquio privato, spesso che si conclude in 5 minuti e per cui ti chiedi che senso potesse avere; non solo esistono le dispense da fotocopiare esclusivamente nei locali del Dipartimento, ma anche le stesse fotocopiarici ( Giuro! ): ho più volte sollecitto la pubblicazione di queste dispense sulla pagina web del Dipartimento: mi sento un ufo.... Esistono ancora pregiudizi per chi studia e lavora: ho sostenuto un esame di Letteratura Italiana dopo aver contattato 10 docenti da cui, per vari motivi, ho capito che non sarebbe stato possibile; ho pattuito con un certo prof. XY di oltre 70 anni di partecipare ad almeno 1 lezione la settimana; vi risparmio il travaglio per assistere a dette lezioni dalle 17.00 alle 19.00, vi risparmio le volte in cui ho scoperto, pur telefonando prima, che il prof. non avrebbe fatto lezione... Per non parlare delle ore a cui il lavoratore-studente ha diritto: 5 giorni l'anno per lo studio, 150 ore per la frequenza ( da distribuire in tre anni ....Ad oggi un modulo per esame è i 30 ore per 5 esami di media l'anno.....)
COSA CHIEDO
1) che i 5 giorni all'anno per lo studio diventino almeno 12
2) che le 150 ore siano ricalcolare su i nuovi ordinamenti con moduli
3) che i docenti siano obbligati a pubblicare su internet i testi di esame e le dispense
4) che i titolari delle Aziende abbiano diritto a delle FORTI agevolazioni fiscali 5) che si snelliscano tutte le procedure burocratiche : dal 2006 sono ancora in attesa di conferma circa il buon esito della mia richiesta di passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento..

Storia inviata da Michela, 32 anni di Campi Bisenzio

4 commenti:

  1. non ci sono parole per commentare..il nostro paese è ancora vecchio e pieno di pregiudizi.
    Gli altri vanno avanti e noi torniamo indietro.
    Appoggio e capisco bene ciò che chiedi.

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  2. io all'università ancora non ci vado...ma a quanto pare meglio rimanere al liceo!
    ho compiuto 18 anni proprio questo mese...e agli studi universitari ci penso praticamente da una vita!So che non chiederei mai ai miei genitori di "mantenermi" per gli studi...e sentire queste "storie" mi fa aprire gli occhi e rendermi conto della realtà....di ciò che mi aspetta tra poco più di un anno!
    TOCCA A NOI chiede : "c'è qualcosa che non va?"
    io rispondo : SI! VALE LA PENA CRESCERE AI GIORNI NOSTRI?!?!?!?!
    ciao a tutti

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  3. io t'ammiro. Non c sn riuscita a sostenere. Ho scelto di lavorare.

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  4. che dire in italia non vale la pena studiare il nostro paese è troppo vecchio ognuno fa le leggi anche per i proprio scopi e a noi non ci agevolano tanto.
    anche io fra 1 anno mi iscriverò all'università ma leggendo la tua storia capisco quanta fatica tra il lavoro e lo studio e a quanto sia stato difficile e poi rimani anche con la laurea in mezzo ad una strada.
    Non piacerebbe neanche a me farmi mantenere dai miei però sai se si studia non si può lavorare altrimenti diventa davvero complicata la cosa.
    Cmq hai avuto un gran coragggio!
    tocca noi dice: le cose vanno cambiate
    io rispondo: credo poco a certe cose,
    tanto in parlamento loro sono sempre più forti
    noi siamo i cagnolini che dobbiamo badare alle loro leggi.
    cmq spero davvero che ci sia qualcosa che faccia cambiare l'università e agevoli tutti noi studenti

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